Dal Dag (Digital Advisory Group) alla Kroes che scrive a Frattini (sull’Agcom)…

Nelle ultime settimane, l’agenda della politica è stata comprensibilmente travolta, in tutta Europa, dalle tempeste che hanno attraversato i mercati finanziari, che hanno messo in ginocchio le economie nazionali. Le dimissioni del premier greco e del premier italiano rappresentano le conseguenze forse più simboliche della radicale crisi in atto, che riteniamo sia effetto – tra l’altro – della globalizzazione planetaria e della finanziarizzazione dell’economia, che stanno determinando il rischio di una sudditanza dei “policy maker” nei confronti dei burattinai dell’alta finanza, che finiscono per dettare regole astratte che possono produrre macelleria sociale… In questi scenari, è evidente che problematiche come quelle della tutela del diritto d’autore online, della lotta alla pirateria, della salvaguardia dei livelli di investimento nella produzione di contenuti di qualità… appaiono marginali. Eppure, crediamo che i discorsi intorno al “content” e più in generale intorno all’industria culturale e creativa meritino attenzione, estrema attenzione, anche in questi tempi duri e cupi, perché la produzione di “immateriale” è centrale nello sviluppo socio-economico delle nazioni, come ci ostiniamo a credere. Per quanto riguarda le italiche vicende, vanno segnalati due eventi significativi: il 27 ottobre 2011, è stata presentato alla stampa ed ai media il progetto Dag, acronimo che sta per Digital Advisory Group; il 30 ottobre 2011, la Commissione Europea ha trasmesso al Governo italiano le sue osservazioni sulla bozza di regolamento Agcom sul diritto d’autore online. Alcune riflessioni: il progetto Dag rientra nelle attività di promozione di internet, ovvero nella sensibilizzazione dei “policy maker” affinché cerchino di accelerare la diffusione della banda larga in Italia, per superare quei ritardi che ostacolano la crescita dell’economia. Così come Boston Consulting Group aveva fornito argomenti a Google nel progetto “Effetto Internet”, ora McKinsey produce dati ed analisi per il Dag. La novità è rappresentata dal gruppo eterogeneo di coloro che si sono associati in Dag, che vanno da Google Italy (of course) a Telecom Italia, da Rcs al Gruppo 24 Ore, includendo anche l’associazione delle major musicali in Italia, la Fimi… E’ interessante osservare questa strana alleanza tra multinazionali di internet e multinazionali della musica, tra chi gestisce il web e chi produce contenuti. Siamo dell’idea che possa essere un errore partecipare al coro “quant’è bella la rete, quant’è bella…”, senza imporre nell’agenda la questione della centralità dei contenuti, dell’esigenza di garantire regole uguali per tutti, senza rimarcare l’indispensabilità di investimenti adeguati in contenuti di qualità… L’altra notizia è la lettera che la Commissaria Krues ha indirizzato il 30 ottobre 2011 al Ministro Frattini, in relazione alla bozza di regolamento Agcom sul diritto d’autore online. La Commissione sembra aver accolto lo spirito che caratterizza l’iniziativa Agcom e le questioni che pone non sembrano sostanziali. Ne sarà lieto Calabrò. Noi restiamo dell’idea che la via giusta debba essere più netta e severa, e restiamo convinti nella bontà del “modello francese” ovvero dell’Hadopi 2. Ipotesi che ormai potrà essere semmai presa in considerazione soltanto dal Governo (italico) che verrà… Grazie per l’attenzione. Alla prossima. Angelo Zaccone Teodosi  ( a.zaccone@isicult.it ).

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