Il diritto d’autore online si conferma uno dei temi del momento. Lo scorso 18 febbraio a Roma, il seminario Isimm – Istituto per lo Studio dell’Innovazione e della Multimedialità – dal titolo “Il Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore nelle reti di comunicazione elettronica”, organizzato per la presentazione del libro di Eugenio Prosperetti “L’opera digitale tra regole e mercato” ha rappresentato l’occasione giusta per tornare sul tema.
La giornata di lavori, sostanzialmente suddivisa in due parti, ha riscontrato una grande partecipazione di pubblico. Durante la mattinata si è assistito ad un confronto più tecnico tra specialisti del diritto sul Regolamento approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni lo scorso dicembre, riguardo soprattutto al tema della legittimità o meno di Agcom ad intervenire. Il tema della legittimità rappresenta infatti uno dei punti cruciali della contestazione, tanto che la questione è stata portata all’attenzione del Tar.
Introdotti da Vincenzo Zeno Zencovich, Presidente di Isimm, si sono confrontati Gustavo Olivieri, dell’Università Luiss Guido Carli, Alberto Gambino, dell’Università Europea di Roma, Francesco Cardarelli, Università di Roma Foro Italico. Al termine della mattinata sono intervenuti il Commissario Agcom Francesco Posteraro (relatore del Regolamento insieme ad Antonio Martusciello) ed Eugenio Prosperetti.
La parte pomeridiana della kermesse – certamente più fruibile anche ai non esperti di diritto – è stata aperta dal Commissario fresco di nomina Antonio Nicita e moderata dal giornalista del gruppo “Il Sole 24 Ore” Luca De Biase. La tavola rotonda “L’opera digitale, le imprese ed il mercato” è stata un’occasione di confronto per registrare il parere dei vari player che si muovono sul mercato – broadcaster, Ott, società di telecomunicazioni – rispetto al regolamento che entrerà in vigore il prossimo 31 marzo.
Antonio Nicita, nella relazione introduttiva ha posto l’attenzione sul fatto che il copyright online costituisca un tema strategico sia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei nuovi mercati. Da una parte c’è quindi da interrogarsi sulla validità o meno di un modello che poggia su medesimi strumenti di tutela per il mondo online ed offline. Su questo punto Nicita è convinto che non si possano semplicemente “travasare” tutele pensate per il mondo reale in quello online, pena una evidente inadeguatezza, anche in considerazione del fatto che gli usi che si fanno di un’opera online sono ben differenti da quanto avviene per un’opera del mondo offline. Va poi tenuto conto che un’opera digitale, nata online è diversa da un’opera digitalizzata. Da qui nasce quindi il problema degli usi e dei mercati di riferimento cui l’opera si rivolge.
Altra questione che ulteriormente complica lo scenario è relativa agli utilizzi di singole parti di un’opera, problema sollevato anche dall’Antitrust europeo. Nel caso in cui la pirateria consenta la creazione di un nuovo mercato potenziale, allora la tutela della concorrenza deve prevalere sulla tutela del copyright, come peraltro ha stabilito la Commissione Europea.
Giorgia Abeltino di Google ha dapprima citato la sentenza recente della Corte di Giustizia Ue con la quale è stato di fatto sdoganato il linking di Google News, per poi ricordare gli importanti investimenti messi in atto da Google e YouTube (YouTube ha investito 60milioni di dollari per il “Content ID”) per favorire l’autoregolamentazione. Ha infine richiamato l’importanza dell’educazione degli utenti, punto nodale per il raggiungimento di obiettivi concreti.
Giuseppe Cerbone dell’Ansa molto concretamente ha sostenuto che gli effetti del Regolamento si potranno analizzare solo dopo la sua concreta entrata in vigore. Ha auspicato soltanto che non si assista ad una situazione di costante contenzioso, considerando anche che questi meccanismi di controllo delle violazioni rappresentano un costo per le aziende.
Maria Luisa Cesaro, Vodafone, ha affermato che la tutela del diritto d’autore online debba puntare ad un ecosistema vantaggioso per tutti, considerati i numerosi interessi in gioco. Ritiene che misure troppo restrittive non portino nel lungo periodo a risultati efficienti. Per quanto riguarda il finanziamento dell’attuazione del regolamento ha richiamato la decisione di Ofcom per cui il titolare del diritto debba partecipare alla copertura dei costi di accertamento dell’illecito.
Enzo Mazza, Fimi, ha portato all’attenzione il mondo della musica laddove l’evoluzione del mercato e delle tecnologie ha portato ad un totale stravolgimento. Dopo una fase di profonda crisi finalmente però si vedono i segnali di un’inversione di tendenza e di una nuova crescita sulla base di business model differenti. In Italia, per la prima volta dopo 10 anni, nel 2013 il settore musicale ha registrato una crescita del 2% di fatturato. Mazza ha peraltro ricordato che oltre l’85% dei video musicali presenti su YouTube sono monetizzati dalle case discografiche. I nuovi modelli di business hanno quindi risollevato il settore musicale dalla crisi. Infine, dopo anni in cui la pirateria ha rappresentato una piaga enorme, anche grazie ad un’offerta legale sempre più vasta, il fenomeno è in calo.
Gina Nieri, Mediaset, ha definito senza alcuna esitazione il Regolamento Agcom un “passo concreto e coraggioso”. È giusto, ha riconosciuto, non colpire il singolo ma le organizzazioni che fanno della pirateria il loro business. È altrettanto importante però puntare sulla leva educativa. Nieri ha quindi spostato l’asse del suo discorso sul tema dei diritti in quanto tali dentro e fuori dalla rete, e pertanto inalienabili e non negoziabili. Quello che ritiene inaccettabile sono le asimmetrie normative esistenti tra Tv e web. Ha mostrato apertura verso nuovi modelli di business, pur ribadendo che tutto deve avvenire in un ambiente regolamentato. È quindi necessario ed urgente che si addivenga ad un level playing field. Infine – ha aggiunto in chiusura – Mediaset offre gratuitamente moltissimi contenuti su diverse piattaforme ma ne rivendica i ricavi pubblicitari, fondamentali per l’azienda di Cologno per poter reinvestire risorse in nuovi contenuti, nuovo prodotto originale.
Paolo Nuti di AIIP ha concordato con Nieri sulla non negoziabilità dei diritti fondamentali, dissentendo però su altre questioni, di natura eminentemente attuativa, del Regolamento. Si è ad esempio dichiarato contrario al blocco dei siti. “Bisogna educare l’utente e non bloccare i siti. Sarebbe utile introdurre nelle scuole qualche ora di educazione civica digitale”. La questione dirimente, secondo Nuti, è proprio la responsabilità dell’utente.
Positivo il Regolamento per Luigi Menichilli di Wind. Il rischio latente però è che porti ad una valanga ingestibile di ricorsi. Marco Valentini di Sky Italia, al di là di un complessivo plauso per il Regolamento, crede che lo stesso sia migliorabile nei tempi. Ritiene che 12 giorni siano un periodo troppo lungo e che, come nel caso delle partite di calcio, l’intervento dovrebbe essere tempestivo. Valentini ha infine ricordato i danni spaventosi causati dalla pirateria: 22mila posti di lavoro in meno in 3 anni, perdite per circa 500 milioni di euro l’anno.
In chiusura è intervenuto l’avvocato Fulvio Sarzana, notoriamente contrario al Regolamento. È dapprima tornato sulla polemica rispetto alla legittimità di Agcom ad intervenire, quindi si è interrogato su questioni di natura più pratica, rispetto ai “costi della manovra”. È stata fatta una analisi economica di impatto, si è domandato? Cosa si intende per “massività”? L’Autorità dovrà comunque intervenire di fronte ad una denuncia ed il rischio è che si trovi sommersa da un numero ingestibile di ricorsi.
Non resta dunque che attendere la prova dei fatti.
(a cura della Redazione di Italia Audiovisiva – E.)
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