Prosegue l’effetto benefico per il copyright online, a seguito della caduta del colosso del “file sharing” Megaupload.
Ad essere colpito, sebbene in maniera più leggera, in questo caso è un suo concorrente di vecchia data: la società Rapidshare, con base in Germania, tra le prime ad offrire ai propri utenti spazi di archiviazione online a prezzi competitivi.
L’Alta Corte Regionale di Amburgo, con una ordinanza emessa negli scorsi giorni, ha dichiarato “legittima” l’attività di Rapidshare (intesa come modello di business basato sulla “offerta al pubblico di spazio di archiviazione file online”), ma ha stabilito, al tempo stesso, che la società tedesca dovrà farsi carico di una accurata attività di monitoraggio dei siti web terzi, e conseguentemente inibire l’accesso a tutti quei file che vengono scambiati su siti web di matrice pirata.
Sappiamo che Rapidshare appellerà tale ultima parte dell’ordinanza, forte dell’avvenuto riconoscimento di un comportamento abbastanza differente da quello della ben più spregiudicata Megaupload, tuttavia non possiamo che plaudere al cambio di prospettiva proposto dalla Alta Corte tedesca: poichè il fornitore del servizio di archiviazione online spesso non riesce a controllare in tempo reale ciò che viene caricato sui propri server e si limita dunque alla meccanica rimozione di singoli contenuti od account a seguito di segnalazioni, ben venga l’imposizione di un obbligo, per tale soggetto, di agire preventivamente per la rimozione di contenuti caricati su suoi server e condivisi su siti di natura apertamente pirata.
( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – G.) 30 marzo 2012