Durante il Summit 2012 sulla proprietà intellettuale e l’innovazione, tenutosi a Bruxelles lo scorso 10 settembre, la Commissaria Europea per L’Agenda Digitale, Neelie Kroes, ha insistito molto, nella sua relazione, sulla necessità di un ammodernamento della Direttiva in materia di Copyright. La Direttiva sul Copyright, sottolinea la Kroes, è stata adottata nel 2001, sulla base di una proposta della Commissione Euopea del lontano 1998. Ma, nel mentre, sono intercorsi cambiamenti epocali nel settore. Basti pensare ad un social network come Facebook (allora Zuckerberg era quattordicenne, oggi la sua “creatura”, Facebook, conta quasi 1 miliardo di utenti attivi) o a YouTube (oggi, ogni secondo viene caricata 1 ora di video) allora inesistenti. E lo stesso accadeva per quanto concerne l’ambito musicale. Alla fine degli anni ’90 la musica si ascoltava per radio o su cd; oggi il supporto fisico sta quasi scomparendo grazie allo streaming e al downloading. La Kroes ha concluso il suo intervento esortando ad agire, adesso, per gli artisti, i consumatori e l’economia in generale.
Nel mentre negli Stati Uniti sembra esser pronta quella che viene definita “Hadopi d’oltreoceano”. Un provvedimento basato su 6 avvertimenti che ha l’obiettivo di punire l’attività di downloading o condivisione di file pirata.
Jill Lesser, nominato a capo del nuovo “Center for Copyright Information”, intende sottolineare che questo sistema servirà soltanto a fini educativi e che rimanda all’Hadopi francese soltanto perchè simile nella struttura. Al momento appare difficile pronunciarsi, anche perché non sembra possibile acquisire informazioni più specifiche che consentano di comprendere a pieno il sistema di funzionamento. Il tentativo sarebbe quello di far comprendere i rischi del downloading illegale alle giovani generazioni, che sono quelle che maggiormente ricorrono a “scaricamenti” pirata. Ovviamente però ci saranno anche delle sanzioni e punizioni, che spetterà però ai vari operatori stabilire.
Tornando invece nel “vecchio continente”, ancora nel mirino l’Hadopi francese. Con l’arrivo del nuovo Presidente Hollande il sistema basato sui 3 avvisi (tanto caro a Sarkozy) ha iniziato a vacillare. E da diversi mesi il futuro dell’Alta Autorità dalla quale ha preso nome la legge, appare incerto. Ma la polemica si riaccende all’indomani della prima condanna del tribunale: 150 euro di sanzione per un giovane quarantenne accusato di aver scaricato alcuni brani musicali in maniera illegale. Che senso ha mettere in atto una macchina burocratica così costosa (ben 11 milioni di euro l’anno) se poi, a conti fatti, i risultati concreti sono così deboli???, si domanda (giustamente) il Ministro per la Cultura, Aurelie Filippetti.
(a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – E.) 17.9.2012