La Motion Picture Association of America (Mpaa) ha presentato richesta presso il giudice federale statunitense, affinchè la società Carpathia, principale “host” in Virginia dell’ex-colosso del “filesharing” Megaupload, continui a conservare sui propri server circa 25… petabytes di dati, incluse le informazioni account dei relativi utenti.
In un’intervista alla rivista “Wired”, Howard Gantman, vice presidente della Mpaa ha rassicurato gli utenti, specificando che non sarebbe intenzione dell’associazione perseguirli in prima persona: intento dell’operazione sarebbe quello di verificare il coinvolgimento di alcuni intermediari nelle operazioni illegali di Megaupload. La richiesta dell’associazione è motivata dai recenti avvenimenti del caso: le autorità federali, infatti, hanno provveduto da tempo a copiare parte della citata mole di dati presso server governativi, per poterne analizzare i contenuti e ricercare le relative responsabilità. Carpathia, dal canto suo, caldeggia la rimozione adducendo ragioni di costi (la società sostiene di spendere circa 9.000 dollari al giorno per conservare i dati suddetti). Considerato, tuttavia, che le stime governative sugli effetti del caso stimano un danno ai detentori di copyright pari a circa 500 milioni di dollari, la richiesta della Mpaa non pare essere affatto eccessiva: in fin dei conti, ha dichiarato Gantman, si tratta unicamente di concentrare le ricerche su picchi di utilizzo della capacità dati che evidenzino un alto ritorno economico, o comunque un interesse molto rilevante alla prosecuzione delle attività di Megaupload, per poi smascherarne selettivamente gli utenti intestatari.
( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – G.) 29 marzo 2012