Il 30 dicembre 2011, il Parlamento Spagnolo ha approvato il regolamento attuativo della controversa ”legge Sinde” (cosiddetta dal nome dell’uscente Ministro della Cultura Ángeles González-Sinde): questa legge reca importanti innovazioni contro la pirateria digitale ed era già stata approvata nel febbraio 2011 (e pubblicata, insieme alle misure straordinarie di sostegno all’economia spagnola, nel Bollettino ufficiale del marzo 2011, reperibile al seguente indirizzo: www.boe.es/boe/dias/2011/03/05/pdfs/BOE-A-2011-4117.pdf), ma era rimasta inapplicata, in assenza delle disposizioni attuative, ora disciplinate dal Parlamento iberico.
A partire dal marzo 2012, dunque, entreranno in vigore le due fondamentali misure contenute in tale testo legislativo:
- da un lato, l’abolizione del cosiddetto ”canone digitale”, vale a dire l’equivalente dell’equo compenso Italiano sui supporti vergini. L’abolizione rispecchia le pronunce della maggioritaria magistratura spagnola, che, in più occasioni, aveva riconosciuto illegittima la presunzione di un utilizzo di cd/dvd e supporti informatici per fini statisticamente quasi sempre illegali;
- dall’altro, e, in questo caso in piena controtendenza con la giurisprudenza preminente, la nuova procedura per la rimozione dei contenuti in violazione del diritto d’autore da siti internet spagnoli e la possibile inibizione dell’accesso ai siti in questione: il neonato Comitato della Proprietà Intellettuale avrà, ai sensi della “Ley Sinde”, il potere di agire sia nei confronti di chi pubblica contenuti in violazione del diritto d’autore sulle proprie pagine web, sia nei confronti degli fornitori di hosting per tali pagine, sia nei confronti degli isp che omettano di ottemperare all’ordine di rimozione, il tutto nel tempo massimo di 10 giorni dalla denuncia da parte dei titolari dei diritti, secondo una procedura nel contraddittorio trai soggetti coinvolti.
La seconda misura, come è evidente, prende un percorso differente rispetto alla “three-strikes-rule” della francese “legge Hadopi”, e si allinea con quanto già sottoposto a consultazione dall’Agcom in Italia: la previsione di una procedura aggiuntiva e non alternativa al normale corso giudiziario, mediante la quale il legittimo titolare dei diritti può ottenere, in tempi più rapidi ed instaurando un contraddittorio con i soggetti coinvolti, la rimozione dei contenuti multimediali illegittimamente diffusi in rete, anche tramite meccanismi di blocco dell’accesso alle pagine web coinvolte.
L’opinione pubblica spagnola ha finora reagito in maniera altalenante alle nuove misure proposte, alternando vive proteste in ragione di presunte violazioni costituzionali da parte delle misure in questione, a mesi di sostanziale apatia nei confronti della legge stessa.
Sarà senza dubbio interessante osservare se il meccanismo predisposto dal legislatore spagnolo sortità o meno gli effetti sperati, anche in vista della possibile adozione simili misure in Italia.
Si ricordi che nelle elezioni anticipate del novembre 2011, il Partito Popolare ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi, nonché il proprio risultato migliore di sempre: tra le iniziative del nuovo Governo presieduto da Mariano Rajoy si prevede, in materia di cultura e media, una revisione del processo di riforma di Rtve avviato dall’ex Premier Zapatero, che ha eliminato la pubblicità dalla tv pubblica spagnola.
(a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – G.) 11 gennaio 2012