La notizia è importante, ma i media italiani non le hanno attribuito la necessaria attenzione.
Lo scorso 30 agosto la controversa questione della “tutela del diritto d’autore nell’era digitale” è tornata alla ribalta sulla stampa internazionale a causa della legge, approvata dal governo tedesco, volta a tutelare i diritti d’autore degli editori di giornali “online”.
Il provvedimento, meglio noto come “Lex Google”, obbligherebbe i motori di ricerca (Google in primis) a versare un compenso agli editori, essenzialmente per il servizio Google News. La norma intende garantire un’equa partecipazione ai compensi che il gigante di Mountain View ottiene, a detta di molti, in modo “parassitario”.
Come prevedibile, l’opinione si è spaccata di fronte al provvedimento: da una parte, l’ampio sostegno degli editori tedeschi e dei simpatizzanti di una tutela forte del diritto d’autore; dall’altra, forti critiche provenienti dal partito “verde” e da quello “pirata”.
Google, subito dopo l’approvazione del provvedimento, ha commentato che si è trattato di un “giorno nero” per la rete.
Il Ministro tedesco della Cultura Bernd Naumann (del partito “cristiano democratico”) ritiene che il governo abbia fatto un passo importante per la tutela del diritto d’autore nell’era digitale.
A distanza di 10 giorni, anche la Francia è “insorta”: gli editori francesi pretendono quindi una legge che faccia pagare ai motori di ricerca per l’utilizzo dei loro contenuti. I responsabili delle testate “Nouvelle Observateur”, “Figaro” ed “Echoes” hanno richiesto un progetto di legge al governo, sul modello – appunto – della “lex Google” tedesca.
Francis Morel, Presidente e Direttore Generale di “Echoes”, ha dichiarato che questa legge andrebbe ad intaccare soprattutto il gigante di Mountain View, che pesa sul mercato per oltre il 90 % per quanto riguarda la ricerca “online”. Le critiche di Morel si sono poi dirette sulla questione dell’evasione fiscale di “Big G”, che – come è noto – ha sede in Irlanda.
Marc Feuillée, Direttore Generale del Groupe Figarò ha precisato che, diversamente da quella tedesca che riguarda gli aggregatori di notizie come Google News, la proposta di legge francese punta al mercato della “web search”, in particolare quella di contenuti. Feuillée sostiene che il testo potrebbe esser sottoposto al Parlamento e divenire legge entro fine 2012, con operatività fin dal 2013.
Post-scriptum. Va precisato che il Governo presieduto da Angela Merkel ha approvato un disegno di legge, che deve comunque essere sottoposto al vaglio parlamentare, e secondo alcuni osservatori, al di là della maggioranza di governo, il provvedimento dovrà affrontare nel Bundestag un iter faticoso, ben oltre la prevedibile resistenza del Partito dei Pirati (ovviamente) e del Partito dei Verdi.
( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – E. ) 12 settembre 2012