Con provvedimento del 10 febbraio 2012, il Consiglio di Stato ha sospeso cautelativamente l’esecutività della sentenza del Tar Lazio con la quale era stato dichiarato illegittimo il sistema “Lcn” (acronimo che sta per “Logical Channel Number”), imposto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel “piano” delle frequenze televisive digitali.
La sentenza impugnata da Rti, Rai e da altri “player”, sostiene che il sistema imposto da Agcom, ed implementato a regime per la gestione delle frequenze televisive, sarebbe illegittimo, in quanto garantirebbe ai gestori televisivi tradizionali “maggior visibilità”, collocando i relativi canali su posizioni del telecomando facili da ricordare.
Il ricorso primigenio era stato presentato da Sky Italia, che ha sempre contestato di essere stata discriminata sin dal lancio del suo canale tematico in chiaro sul digitale terrestre (Cielo), e che aveva pertanto ottenuto dal Tar del Lazio la declaratoria di illegittimità del sistema automatizzato imposto da Agcom.
In attesa della pronuncia del Consiglio di Stato sul merito dell’appello proposto dai rivali in chiaro di Sky Italia, ci si limita a constatare che, a ben vedere, lo sconvolgimento delle posizioni dei canali sul telecomando del digitale terrestre avrebbe l’unico effetto di scoraggiare ulteriormente il telespettatore medio, la cui pazienza è già stata messa a dura prova dalla continua necessità di risintonizzare mensilmente il televisore, in questi tre anni di lento “switch-off” verso il digitale terrestre…
Sperando che la giustizia amministrativa di seconda istanza comprenda gli interessi in gioco e le problematiche sottese al rimescolamento dei canali, terremo d’occhio – è proprio il caso di dirlo – con attenzione la vicenda processuale.
( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – G. ) 8 marzo 2012