Google comincia a cedere. Accordo con gli editori belgi

Dopo mesi di discussione sembra che la polemica tra editori di giornali e il gigante di Mountain View si stia lentamente avviando ad una soluzione.

Mentre l’alleanza degli editori europei di giornali, che ha visto dapprima coinvolte  Italia, Francia e Germania, cui si sono successivamente unite anche Spagna, Portogallo e Svizzera ancora attende, un qualche spiraglio arriva dal Belgio, dove sembra essersi finalmente raggiunta un’intesa tra Google e gli editori dopo 7 lunghi anni di battaglie legali.

Le associazioni di categoria hanno infatti siglato un accordo che prevede una partnership commerciale tra “Big G” e i giornali (di lingua francese) del Belgio.

L’obiettivo dell’intesa è quello di aiutare gli editori a monetizzare i loro contenuti online, cercando di convogliare traffico sui loro siti, ma anche sviluppare la distribuzione sulle piattaforme mobili e d’aumentare il coinvolgimento degli utenti, incrementando il fatturato per i siti degli editori.

Sulla base di quanto è emerso,l’accordo tra le parti prevede l’utilizzo dei reciproci mezzi di informazione e comunicazione. Google quindi, attraverso Adwords, cercherà di portare il più alto numero di lettori sui siti web dei giornali, mentre i giornali dedicheranno spazi pubblicitari a Google.

Entrambe le parti hanno smentito l’articolo uscito sul quotidiano francese “Le Monde”, che riferiva di una consistente indennità (circa 4 milioni di euro) che Google avrebbe versato agli editori belgi per l’ indicizzazione dei loro articoli. In verità l’accordo, si ribadisce, non prevede alcun pagamento agli editori (e quindi agli autori) per l’indicizzazione dei contenuti online.

Cosa accadrà negli altri Paesi?

( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva  - E. ) 14 dicembre 2012

WCIT – Dubai 2012

Proprio in questi giorni si sta svolgendo l’incontro decisivo sul futuro di internet, la “World Conference on International Telecommunications”, organizzata dall’Itu – International Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite, che riunisce gli esponenti di 193 Paesi in tutto il mondo. Il summit è stato indetto per negoziare una revisione dell’Itr – International Telecommunication Regulations treaty, adottato dai governi nel 1988. Il trattato Itr era infatti focalizzato sulle telecomunicazioni e non menzionava neppure internet, che all’epoca era agli albori. Si è resa quindi necessaria una revisione del trattato alla luce di uno scenario completamente rivoluzionato.

I membri dei 193 Stati invitati a partecipare al summit hanno mandato le loro proposte di revisione, che hanno costituito le basi per la negoziazione durante il Wcit.

Quel che dunque i governi decideranno a Dubai potrà quindi avere un impatto molto significativo sul futuro di internet.

L’incontro di Dubai è iniziato lo scorso lunedì 3 dicembre e, della durata di due settimane, si protrarrà fino al prossimo venerdì 14 dicembre.

Ad una settimana dall’inizio della conferenza mondiale sulle telecomunicazioni la fotografia che emerge è quella di un sostanziale stallo. Stand-by determinato dalla netta contrapposizione di due blocchi: da una parte, gli Usa in primis, ma anche alcuni Paesi europei, latino-americani e asiatici chiedono che la governance di internet venga lasciata fuori dai trattati internazionali, una sorta di “no man’s land”, con tutto quanto ne consegue in termini di mancate tutele e rischi per la privacy.

Dall’altra parte della barricata invece Cina, Russia e Arabia Saudita che spingono affinché il controllo governativo venga esteso anche ad internet.

Attendiamo con ansia la fine del summit e le decisioni che verranno assunte e certamente torneremo a scriverne su queste colonne.

( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – E. ) 12 dicembre 2012

Ordinato il sequestro preventivo, sul suolo italiano, del sito “pirata” Avaxhome.ws

Con un provvedimento del 28 novembre 2012, la Procura del Tribunale di Milano, a  seguito della denuncia proposta dalla Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. nel giugno scorso, ha ordinato il sequestro preventivo, sul suolo italiano, del sito web Avaxhome.ws, da anni punto di riferimento per la pirateria della carta stampata di tutto il mondo, e che raccoglie l’editoria quotidiana italiana e di molteplici altri Paesi, oltre a video, musica e software in dieci lingue. Il tutto rigorosamente senza alcuna autorizzazione da parte dei legittimi titolari dei diritti. I principali provider italiani stanno già provvedendo ad “oscurare” il sito web, impedendone la ricezione ai propri utenti.
Le tecniche del cosiddetto “Dns poisoning” e del blocco selettivo degli scambi dati con l’indirizzo Ip di un sito web sembrano confermarsi le metodologie più utilizzate dai giudici italiani per contrastare la pirateria digitale. Per la prima volta, tuttavia, ai gestori di un sito web dedito alla pirateria non viene contestata la sola violazione del diritto d’autore, ma anche il reato di ricettazione, ai sensi dell’art. 648 del Codice Penale. Proprio questa inedita fattispecie ha consentito al Pm di ordinare preventivamente il sequestro del portale pirata, in attesa che il giudice designato si pronunci sul caso proposto.
Attenderemo con interesse le statuizioni del giudice sul provvedimento reso del Pm e sul merito della causa.

(a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – G. ) 3 dicembre 2012